martedì 9 giugno 2015

14 novembre - VEN. ANTONIO ALONSO BERMEJO Terziario francescano, fondatore dell'Ospedale di S. Michele Arcangelo in Nava del Rey (Valladolid, Spagna)


14 novembre
Ven. Antonio Alonso Bermejo
Francescano secolare


Nava del Rey, Valladolid (Spain)
29 gennaio 1678 - 14 novembre 1758



Martirologio Francescano: Nel paese detto La Nava del Rey, nella diocesi di Valladolid, in Spagna, il Venerabile Antonio Alonso Bermejo, Confessore del Terz'Ordine, il quale fondò nello stesso luogo l'ospedale di San Michele Arcangelo e il Sodalizio della Scuola di Cristo e della Beata Vergine del Carmelo e dopo aver candotto una vita innocentissima e ornata di virtù, riposò santamente nel Signore (1758).


Causa - La sua Causa è stata introdotta il 5 dicembre 1764 e l'8 dicembre 1860, Pio IX ne ha riconosciuto l'eroicità delle virtù.
Richiedente o Attore della causa:
- Parroquia de los Santos Juanes, Pl. Rodríguez Chico 1, 47500 Nava del Rey (Valladolid), Spain.

Link utile  
- OFS diocesi di Valladolid

  • Biografia

Casa di nascita del b. Antonio Alonso Bermejo
a Nava del Rey
Il ven. Antonio Alonso Bermejo, francescano secolare, nacque a Nava del Rey, Valladolid (Spain) il 29 gennaio 1678. In castità visse nella penitenza più stretta e sotto la guida del suo confessore, un intenso percorso d'ascesi spirituale. Fu pellegrino a Roma e alla Santa Casa di Loreto e al suo ritorno a Nava del Re, a proprie spese, in accordo con il fratello, trasformò un primitivo ospizio risalente al XIV in un moderno ospedale dedicato a San Michele Arcangelo qual è giunto fino ad oggi, al cui mantenimento lasciò ogni suo avere.

Ospedale e chiesa di San Michele
Attento non solo alle ferite fisiche ma anche a quelle spirituali, non solo fu infermiere, ma promosse delle Confraternite e le devozioni alla Madonna del Carmelo e del Calvario.
Presso l'Ospedale di San Michele Arcangelo, si adoperò alla costruzione di una chiesa che affidò ai padri della Congregazione dell'Oratorio di S.Filippo Neri e presso il cui Tabernacololo, ospizio di Cristo sacramentato, anziano e malato, trascorse in preghiera gli ultimi anni della propria vita terrena. Tornò alla Casa del Signore il 14 novembre 1758.


Terziario francescano


collegamento per la lettura
A firma dell'abate Giuseppe Michele Petisco è possibile leggere "Compendio della vita del Venerabile fratello Antonio Alonso Bermejo del Terz' Ordine del Padre San Francisco etc.".

Si tratta di una biografia di lettura scorrevole" tradotta dallo spagnolo in italiano da un divoto del venerabile" e pubblicata in Venezia nel 1792. Il volume è stato digitalizzato nel 2009 dall'Università Complutense di Madrid.

La biografia del venerabile scritta dall'abate Michele Petisco, nelle pagine 10-17, tratta dell'appartenenza al Terz'Ordine francescano del Venerabile Antonio.
L' autore stesso ci avverte che non si sa dell'anno e tempo del suo ingresso, e professione e che è altrimenti possibile saperlo da altre fonti. 
Se ne propone uno stralcio:


CAPO III
Entra nel Terz'Ordine di San Francesco, e fa dei progressi notabili nella perfezione,
durante la sua età giovanile, e supera varie tentazioni del Demonio

Morì in questo tempo il suo buon padre Andrea Alorso, ed egli col maggior fratello si prese cura di sua madre, cui servivano entrambi nella sua vedovanza, proseguendo nella diligente coltivazione delle loro possessioni, ed aiutandola a sostenere il peso del governo domestico, acciocchè le riuscisse meno rincrescevole la mancanza di marito, e mitigasse il dolore e rammarico di quella perdita.
Antonio particolarmente si distingueva nel servirla, e sollevarla dalla fatica, senza però lasciare d'attendere gli esercizi di orazione, mortificazione e penitenza.
Con questa idea conservando sempre nel suo cuore l'affezione alla vita religiosa, giacché non ottenne professarla entro i Chiostri, si risolvere nel compensarla, come meglio potesse, facendo professione pubblica nel Terz'Ordine di San Francesco.
Di fatti, non esserndosi ancora stabilito in quel tempo questo venerabile Ordine nella Nava, passò a Medina del Campo, ove fattone le ordinarie prove, felicemente conseguì l'esservi ammesso da' Padri della Regolare Osservanza, già per l'avanti mossi dalla fama delle sue virtù, il cui buon odore spargevasi in quelle contrade.
Si vestì al tempo stesso l'abito di Terziario Professo, che mantenne per tutto il corso della sua vita; s'informò delle Costituzioni, e degli Esercizi propri di questo sant'Ordine, ed esattamente li osservava in casa, finché nell'anno 1710 venne anco stabilito l'Ordine nella sua Patria; ov'egli pure annovrato, era il più puntuale nell'assitenza delle funzioni in Chiesa. Ivi nella prima elezioni d'uffici fu destinato Infermiere, in vista delle reiterate prove della sua buona maniera, affabilità, e carità.
Era insaziabile il desiderio, che concepì di patire per Gesù Cristo (..) : onde non contento delle normali discipline e del cilicio continuo, e del digiuno perpertuo a pane ed acqua, giudicando, che il nuovo stato del Terz'Ordine di penitenza l'obbligasse a raddoppiarla, inventò altri artifizi per mortificarsi coll'approvazione del suo Confessore; il quale esaminandone lo spirito, e riconosciuta la straordinaria via, per cui Dio lo guidava, e gli permetteva d'usare i modi asprissimi d'affliggersi, che a seconda della Divina ispirazione gli proponea, con esso lui consigliandosi.

A cura di Marco Stocchi, ofs

  • Iconografia

Anonimo castigliano
Seconda metà del secolo XVIII,
ritratto ad olio



Ritratto del ven. Antonio Alonso Bermejo nell’atto di pregare insieme al suo confessore e padre spirituale, il presbitero Don Francisco Manuel Nuno, fondatore e primo benefattore del convento dei cappuccini di Nava del Rey, con il quale mantenne uno stretto rapporto, facendo voto di obbedienza.
Del venerabile Antonio Alonso Bernejo, uomo di riconosciute virtù cristiane, che lo fecero oggetto della venerazione dei navarresi fin dal momento della sua morte possono contemplarsi molte immagini in tante chiese ed cappelle di Nava del Rey. 
Nella sagrestia della chiesa parrocchiale di San Giovanni esiste una scultura che lo rappresenta nella forma in cui lo ha fissato la sua iconografia e che coincide con quella che appare in questo quadro il volto sfigurato per una piaga nella guancia, rimasta aperta per più di sessanta anni in segno di penitenza. 
Egli è raffigurato vestito con un giubboncino di panno, sopra il suo saio lungo fino alle ginocchia e i sandali francescani. Così vestì tutta la vita, da che entrò nel Terz’Ordine, calzoni, calze ed una cappa per uscire, il rosario nelle sue mani, un largo cappello.
Da parte sua Don Francesco Nuno, che durante i quattro anni che sopravvisse a Fra Antonio, divenne uno dei massimi fautori della sua causa di beatificazione, appare (nel quadro) seduto su una poltrona, mentre ascolta la confessione del venerabile terziario francescano.

Sintesi da "Storia e architettura del convento delle cappuccine ..."
traduzione di Cesare Catarinozzi ofs