mercoledì 20 luglio 2016

"NON C'E' GIUSTIZIA SENZA PERDONO". ___________ ALBERTO DI GIGLIO RACCONTA IL B. CONTARDO FERRINI SULLE PAGINE DI "FVS"


Alberto Di Giglio, i
l regista del docu-film
sulla vita del beato Contardo Ferrini "Con il vento nel petto", racconta sulle pagine di "FVS - Francesco il Volto Secolare", la grandezza del giurista e terziario francescano lombardo.



"La chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l'incontro con quell'amore viscerale che è ta misericordia di Dio".


Questa frase tratta dal libro conversazioni di papa Francesco con Andrea Tornielli, rimanda a quanti nella storia della chiesa sono stati specchio, riflesso e testimoni della Misericordia divina, tra questi un posto importante è quello del beato Contardo Ferrini. lnsigne Giurista, nato a Milano nel 1859 e morto a Suna di Verbania sul lago Maggiore nel 1902 a soli 43 anni.

Meditando il Santo Natale scriveva: "L'attesa del Verbo è come un'impazienza di Dio di darsi alla creatura e di comunicargli l'eterna misericordia". Diceva: "Potessi anch'io profetizzarlo a qualche anima solitaria, a qualche anima vacillante, all'ultimo tapino del mondo". Contardo Ferrini fu sensibile alla condizione dei diseredati, degli ultimi, dei piccoli della terra.

Dopo il suo rientro da Berlino, nel 1882, dove perfezionò i suoi studi, insegnò Diritto Romano, prima a Messina poi a Modena ed infine a Pavia; nel suo insegnamento raggiunse tale perfezione da essere definito "una lampada che arde e risplende", tanto da essere indicato come Patrono degli Universitari e dei Giuristi Cattolici. Dagli scritti del suo biografo ufficiale emerge il profilo di un esemplare testimone di verità, giustizia e misericordia nel suo tempo.

Si fermava pazientemente ad ascoltare le pene e le sofferenze dei suoi interlocutori, ai quali non faceva mai mancare una parola di conforto e consolazione, spesso aiutando materialmente a seconda delle necessità. lmitare Cristo fu la caratteristica costante della sua esistenza, la sua più alta sapienza e la sua più ambita virtù; il maggior diletto del suo spirito, fino ad arrivare alla scelta di indossare le serafiche lane di Terziario Francescano all'età di 23 anni.

Una robusta interiorità gli permetteva di coltivare la virtù dell'amicizia come forza che solleva immediatamente a Dio tutti quelli che ama, e l'unità degli amici è il Cristo medesimo. È dlfficile trovare in altri santi una tale limpidezza, e insieme un passaggio così immediato dal valore umano dell'amicizia alla presenza di Dio, ed ancora l'umiltà che lo contraddistinse.

L'umiltà secondo Ferrini, sta nel conoscere tutta la nostra miseria, la nostra fragilità; I'umiltà sta nel non disperare mai, perché siamo in buone mani; l'umiltà sta nel valutare, quando ci compariamo con i nostri fratelli, tutte le circostanze della vita e della nostra esistenza. Diceva: "Oh, se facessimo sempre così, come sarebbe piùr degna la nostra vita! L'umiltà è il profumo ascoso della virtù che ascende solitario a Dio, e nei rapporti coi nostri fratelli produce la mansuetudine, la dolcezza, la cortesia".

Viveva quella armonia perfetta tra la solida ceîlezza del diritto, e la maestosa bellezza della natura. Diceva: "Se alcuno dei nostri grandi ha inteso e sentito Dio, guardate se fu nell'arido studio di astruse questioni, o fu piuttosto in un'ora mattutina, davanti agli altari di Dio, o al tramonto, quando l'ultimo raggio di sole o il pio raggio della sorgente luna cadeva sulla mite immagine di Maria e di un uomo prostrato in dolce e confidente preghiera".

Secondo il Canonista Emilio Artiglieri, "Contardo Ferrini è stato un grande romanista, ma i suoi studi di diritto romano possono dire senz'altro qualcosa di molto significativo anche ai cultori del Diritto Canonico. ll Diritto Romano, soprattutto come veniva interpretato da Contardo Ferrini rappresentava una manifestazione, un'espressione dei più generali principi del diritto, di quella forza morale del diritto che costituisce la base del vivere civile e di quella sana socialità che è preludio per una vita futura, quella base sociale degna dell'uomo".
ll Diritto Canonico come si sa ha come fine supremo la "salus animarum" ossia la salvezza delle anime, non in genere, ma specificatamente delle singole anime che in qualche modo vengono coinvolte nel meccanismo della socialità ecclesiale, della vita ecclesiale. Non diversamente il diritto, secondo i principi della romanistica infatti, anche il diritto civile ha come scopo quello di venire incontro alla umanità, alle esigenze degli uomini "homine ius costitutio est homine causa" cioè "Tutto il diritto è costituito per gli uomini".  Ebbene Contardo Ferrini aveva ben chiara questa finalità del diritto: diritto a servizio dell'uomo, così come il Diritto Canonico. Per Contardo Ferrini "l'uomo nella sua persona umana deve essere il termine di riferimento della nostra attività giudiziaria per il bene dell'uomo, non dell'uomo in astratto, ma dell'uomo concreto nelle sue vicende storiche".

La ricerca del vero e del giusto fu la cifra della sua parabola umana e professionale. Ferrini si nutrì della riflessione teologica e filosofica del beato Antonio Rosmini *), colui che mise al centro della sua vita la Carità lntellettuale della quale Contardo Ferrini fu testimone esemplare.

Alberto Di Giglio

estratto da "FVS"
mensile dell'O.F.S. d'Italia
anno XIV - n. 3-4 - marzo aprile 2016

*) Anche Antonio Rosmini fu iscritto al Terz'Ordine Francescano.



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