lunedì 24 luglio 2017

PER CONOSCERE IL B. CRISTOFORO DI S. CATERINA Terziario francescano di Cordoba. Si prese cura degli infermi, fino a dare la vita. Testimone della carità verso i sofferenti e fondatore delle Suore Ospedaliere di Gesù Nazareno.


24 luglio
BEATO CRISTOFORO DI S. CATERINA
B. Cristóbal de Santa Catalina

al secolo, Cristoforo Fernández Valladolid
Sacerdote secolare e fondatore
Terziario francescano


Mérida (Badajoz) 25 luglio 1638 - Cordova 24 luglio 1690 (Spagna)




Martirologio Francescano: In Cordova, nella Spagna, il Beato Cristoforo di S. Caterina, Sacerdote secolare, alunno del Terz'Ordine Serafico, il quale fondò l'Ospedale degli Incurabili detto di Gesù Nazareno, che egli illustrò con le mirabili sue opere di misericordia: fondò pure l'Istituto delle Suore francescane Ospitaliere e chiaro per virtù e miracoli riposò in pace (1690).




Il Beato Cristoforo di S. Caterina, nacque a Mérida (Badajoz) il 25 luglio 1638, da Juan Fernández de Valladolid e Juana Orea, che ebbero sei figli. Era il secondogenito di quell’umile famiglia di “cristiani vecchi” — senza cioè radici ebree o musulmane — e venne battezzato nella parrocchia di Santa Eulalia.
All’età di dieci anni, il piccolo Cristoforo andò a bussare al convento dei francescani di Nostra Signora de la Antigua. I frati lo riportarono subito a casa, dove sua madre stava pregando disperata, dandolo per disperso. Trascorse l’infanzia nella dimora familiare, frequentando la scuola municipale ed entrando in contatto con alcune confraternite che alimentarono la sua spiritualità penitenziale.

Pur mostrando interesse per gli studi, iniziò a lavorare a contatto con i malati nel nosocomio pubblico di Nostra Signora della Pietà, gestito dai fatebenefratelli, e si distinse per dedizione e spirito di servizio. Nel 1661 ricevette la tonsura e gli ordini minori, ottenendo l’incarico di sacrestano nel convento dell’Immacolata Concezione. La liturgia, che capiva grazie alle sue conoscenze di latino, e l’esempio di san Francesco d’Assisi, poco a poco plasmarono la sua anima. Guidato dai padri domenicani, dopo aver sostenuto alcuni esami, fu ordinato sacerdote a Badajoz il 10 marzo 1663, da Jerónimo Rodríguez de Valderas.


eremo nel deserto di Bañuelos,
Nel clima della Guerra dei trent’anni che sconvolse tutta l’Europa, fu anche cappellano di un battaglione di fanteria. Ma dopo varie vicissitudini riuscì a ritornare a casa. Nel 1668 si trasferì nella Sierra di Córdoba, alla ricerca di una vita solitaria nel deserto di Bañuelo.
Per due anni osservò la regola degli eremiti di San Paolo, poi entrò nel Terz’ordine francescano di Córdoba e fondò una comunità eremitica di terziari, condividendo la vita comunitaria con i fratelli e aiutando i contadini che ne avevano bisogno.
In quell’atmosfera di ritiro sentì la chiamata a dare un nuovo indirizzo alla propria vita sacerdotale e religiosa: lasciato il deserto, tornò nella città di Córdoba, per scoprire il volto di Cristo nei poveri, nelle donne umiliate e anziane, nei bambini.


Ospedale di Gesù Nazzareno
affidato alle cure di una congregazione
di terziari e terziarie francescane
Il suo ritorno nel 1673 fu una “discesa agli inferi” della miseria umana e spirituale, tra gli indigenti e gli emarginati, minori abbandonati, malati e invalidi. L’Ospedale di Gesù Nazareno, la sua confraternita, il vescovo, la gente, trovarono in lui un amministratore efficiente e un uomo di Dio, che nelle strade cittadine con un sacco sulle spalle chiedeva l’elemosina per amore del Signore.
Nel frattempo si prendeva cura dei malati più gravi e si dedicava alla fondazione della nuova congregazione dei fratelli e delle sorelle ospedalieri di Gesù Nazareno e dell’omonimo ospedale in Córdoba.
Il vescovo lo incaricò di assumere l’amministrazione del nosocomio come sacerdote diocesano; ma successivamente il nuovo vescovo lo reintegrò nella fraternità ospedaliera, per la quale scrisse le Costituzioni.
I frati si occupavano di raccogliere l’elemosina per l’ospedale e con l’aiuto delle confraternite, della nobiltà e del popolo, riuscivano a soddisfarne le diverse necessità. Padre Cristoforo aveva scritto all’ingresso: «La mia provvidenza e la tua fede terranno in piedi questa casa».

Cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, mendicanti, conoscevano molto bene padre Cristoforo che, con il suo lavoro, la sua fede, il suo amore e la sua generosità, aveva accolto nell’ospedale tanti poveri che vivevano nelle strade in quel secolo di miseria, di peste e di fame. Stanco ed esausto, vittima di un’epidemia, morì il 24 luglio 1690. Ora riposa nell’ospedale da lui fondato. E se il ramo maschile si estinse verso la fine del diciannovesimo secolo, quello femminile delle suore è ancora oggi attivo in Europa e nelle Americhe.

Evaristo Martínez de Alegría, Dehoniano, postulatore della causa
L'Osservatore Romano, 7 aprile 2013.


  • causa

È il primo beato del pontificato di Papa Francesco: il sacerdote spagnolo Cristoforo di Santa Caterina, al secolo Cristoforo Fernández Valladolid (1638-1690), un testimone della carità verso i sofferenti,  fondatore della Congregazione ospedaliera di Gesù Nazareno.
La fama di santità e il felice proseguimento alla sua morte dell'opera da lui fondata da parte dei numerosi suoi discepoli divisi in due comunità femminile e maschile (che poi si è estinta)  in diverse città spagnole, portarono nel 1773 l'inizio dei lavori per la sua beatificazione da parte  della Chiesa cattolica, interrotta dalla morte del suo postulatore.
La Causa riprende con rinnovato vigore il 27 ottobre 1995 e nel 2000 la Positio viene infine sottoposta all'attenzione della Congregazione per le cause dei santi. Il 28 giugno del 2012 viene promulgato il decreto sull'eroicità delle virtù.
Nel 2008 era già stato emesso il decreto di validità dell'inchiesta diocesana relativa al miracolo, che fu riconosciuto con un decreto del 20 dicembre 2012. Si aprono le porte alla beatificazione: il 7 aprile 2013 è stato  elevato agli onori degli altari a Córdoba.
Ha presieduto il rito nella cattedrale, in rappresentanza del Santo Padre, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. E' la prima beatificazione celebrata nella diocesi andalusa e giunge al termine di un lungo processo iniziato nel 1773 e conclusosi nel dicembre 2012 con il riconoscimento del miracolo.

postulatore: Rev. Evaristo Martínez de Alegría, scj
richiedente: Franciscanas Hospitalarias de Jesús Nazareno, C/ Buen Suceso, 1, 14001 Córdoba, Spagna. Indirizzo in Italia:  Largo S. Pio V, 16,A, 3º Int. 7 - 00165 Roma
website: fhjnazareno.org


  • video



Breve ricostruzione storica della vita del Beato Cristóbal de Santa Catalina




  • fondatore

Nel silenzio della preghiera, il Beato Cristoforo sente nel cuore il desiderio di cercare il volto di Cristo nei poveri, nei contadini, nelle donne umiliate, nei bambini abbandonati, nei malati: per loro, chiede l’elemosina percorrendo giorno e notte le strade di Cordova.
Un’esperienza che lo porta a fondare una nuova Congregazione d’ispirazione francescana: quella dei fratelli e delle sorelle ospedalieri di Gesù Nazareno e dell’omonimo ospedale a Cordova, sulla cui porta d’ingresso padre Cristoforo fa scrivere: "La mia Provvidenza e la tua fede terranno in piedi questa casa".

Vuole assomigliare a Gesù che ha preso su di sé le sofferenze degli altri. Nell’ospedale degli "Incurabili", cura i malati gratuitamente, accogliendo con amore anche quanti sono colpiti dalla peste. Durante un’epidemia di colera, incurante del contagio continua a curare e a dare coraggio: muore colpito a sua volta dal morbo il 24 luglio 1690 stringendo in petto un crocifisso. Il giorno dopo, avrebbe compiuto 52 anni. (1)

Intenzione:
In un periodo storico come il nostro in cui, nonostante i progressi medici, si vuole ricorrere all'eutanasia verso gli "incurabili", il Beato Cristoforo di Santa Caterina c'è esempio e monito ad aver cura della vita umana dal suo concepimento alla sua naturale fine, quale prezioso specchio della bellezza di Dio.


La sua opera fu proseguita dalle comunità dei due rami, maschile e femminile, di terziari francescani da lui fondati e per i quali aveva scritto le Costituzioni.
Il ramo maschile si è estinto, mentre le Suore Ospedaliere di Santa Caterina sono ancora attive in Spagna e varie parti del mondo, operando secondo lo spirito del Beato fondatore.


  • Le Suore Ospedaliere di Gesù Nazareno

Le Suore francescane Ospedaliere di Gesù Nazareno (in spagnolo Hermanas Hospitalarias de Jesús Nazareno) si dedicano alle opere di Misercordia corporale.

Oltre che in Spagna, sono presenti in Italia, Guatemala, Perù e Repubblica Dominicana; la sede generalizia è a Madrid.

Le origini della congregazione risalgono all'ospedale fondato a Cordova l'11 febbraio 1673 dal sacerdote Cristoforo di Santa Caterina, Terziario francescano. Per l'assistenza agli orfani e alle donne povere, anziane e ammalate, il religioso vi istituì una congregazione di religiose e una di religiosi dediti alla raccolta delle elemosine per le necessità dell'ospedale.
La regola delle religiose e dei religiosi ospedalieri di Gesù Nazareno fu approvata dal cardinale Pedro de Salazar Gutiérrez de Toledo, vescovo di Cordova, nel 1692; dopo l'ospedale di Cordova, ne sorsero presto altre comunità a Pozoblanco (1686), Hinojosa del Duque (1692), Montoro (1698), Baena (1711), La Rambla (1720), Mérida (1724) e Málaga (1740).
Nel 1906, a causa dell'estinzione del ramo maschile, le suore chiesero una modifica alla loro clausura per potersi dedicare anche alla questua e il 24 giugno 1915 tutte le comunità si unirono costituendosi in congregazione religiosa.
L'istituto, aggregato all'Ordine dei frati minori dal 28 agosto 1903, ricevette il pontificio decreto di lode il 22 aprile 1958 e le sue costituzioni furono approvate definitivamente dalla Santa Sede il 21 maggio 1960. (2)


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NOTA
Il decretum laudis (o decreto di lode) è il provvedimento ufficiale con cui la Santa Sede concede agli istituti di vita consacrata ed alle società di vita apostolica il riconoscimento ecclesiastico di istituzione di diritto pontificio. Quando il decreto di lode è emesso in forma di breve apostolico si parla di breve di lode.

Fonti: 1. Vatican.va ; 2. Wikipedia