martedì 4 luglio 2017

PER CONOSCERE S. ELISABETTA DI PORTOGALLO, TERZIARIA FRANCESCANA, DONNA DI PACE, ESEMPIO DI AMORE CONIUGALE - 4 luglio




S. Elisabetta del Portogallo con corda e crocefisso
simboli dell'appartenenza all'Ordine Francescano
con le rose simbolo di un miracolo e ai piedi uno stemma:
emblema del Regno di Portogallo ( a dx) e di Aragona (a sx)

4 luglio
SANTA ELISABETTA
REGINA DEL PORTOGALLO

principessa d'Aragona

4 gennaio 1271, Castello dell'Aljafería, Saragozza, Spagna
  
 4 luglio 1336, Estremoz, Portogallo


Isabella d'Aragona, conosciuta anche come Sant'Elisabetta del Portogallo, Isabel in aragonese e portoghese, Elisabet in catalano, è stata regina consorte del Portogallo e dell'Algarve, dal 1282 al 1325. Era figlia di Pietro III d'Aragona e di Costanza (figlia di Manfredi re di Sicilia, e nipote dell'imperatore Federico II). Fu battezzata con il nome della zia santa, Elisabetta d'Ungheria.

  • Patrona di Saragozza, dove nacque, di Estremoz, dove morì, di Coimbra, dove riposano i suoi resti mortali, e dell'intero Portogallo.


Paziente, amorevole, comprensiva e umile: quello di santa Elisabetta di Portogallo è il profilo di una donna che ha saputo portare a compimento il carisma tipicamente femminile alla luce del Vangelo, senza mai tradire il proprio ruolo di consorte di un re.
Nata a Saragozza in Aragona nel 1271, figlia del re di Spagna Pietro III, a 12 anni venne data in sposa a Dionigi, re del Portogallo, da cui ebbe due figli. Accanto a un marito infedele testimoniò la propria fede, facendo da mediatrice in famiglia e in politica.
Morto Dionigi diede tutti i propri beni ai poveri e, dopo un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, dove depose la corona, si ritirò nel monastero delle clarisse di Coimbra, da lei stessa fondato. Morì nel 1336 a Estremoz in Portogallo. (Matteo Liut)


Martirologio Romano: Santa Elisabetta, che, regina del Portogallo, fu esemplare nell’opera di pacificazione tra i re e nella carità verso i poveri; rimasta vedova del re Dionigi, abbracciò la regola tra le monache delTerz’Ordine di Santa Chiara nel cenobio di Estremoz in Portogallo da lei stessa fondato, nel quale, mentre era intenta a far riconciliare suo figlio con il genero, fece poi ritorno al Signore.

Martirologio Francescano: In Estremoz, el Portogallo, natale di Santa Elisabetta Regina di Portogallo, Vedova del Terz'Ordine, che chiara per virtù e per miracoli dal Sommo Pontefice Urbano VIII fu ascritta nel catalogo dei Santi (1336).




  • culto

Alla sua intercessione sono stati attribuiti alcuni miracoli, sebbene pare che la ben nota storia di un paggio, salvato miracolosamente dalla morte in una fornace di calce, provenga dal folclore di Goa, e che il merito sia stato attribuito a Santa Elisabetta solo nel XVI secolo.
Nel 1576 fu raccolta la documentazione per iniziare la sua causa, e il corpo riesumato nel 1612 fu trovato intatto. Fu canonizzata nel 1625 da Urbano VIII; è patrona di Saragoza, Estremoz e Coimbra ed è una delle sante patrone del Portogallo.

- E' invocata contro la gelosia


QUADRO STORICO


Nel 711, gli arabi  attraversarono lo stretto di Gibilterra
e nei secoli successivi - sconfitto il Regno dei Visigoti - occuparono

l'intera penisola, suddividendola in vari califfati.


Con la conversione di Re Recaredo al cattolicesimo, i Visigoti avevano lasciato in eredità una identità unitaria al popolo sottomesso dagli arabi, di cui si farà promotrice in primo luogo la Chiesa, alla quale gli abitanti della penisola guardarono sempre più come ad un faro di salvezza.Con la conversione di Re Recaredo al cattolicesimo, i Visigoti avevano lasciato in eredità una identità unitaria al popolo sottomesso dagli arabi, di cui si farà promotrice in primo luogo la Chiesa, alla quale gli abitanti della penisola guardarono sempre più come ad un faro di salvezza.Da questo, la forza che inarrestabilmente acquista la gerarchia ecclesiastica divenuta consapevole della missione storica toccatale. Da questo, la forza che inarrestabilmente acquista la gerarchia ecclesiastica divenuta consapevole della missione storica toccatale. Poco dopo il Mille, comincia la Reconquista.


IL REGNO D'ARAGONA AI TEMPI DI S. ELISABETTA


Ai tempi di Elisabetta (o Isabella) d'Aragona,
nella Penisola Iberica, i regni cristiani, con vigorose offensive,
avevano costretto i Mussulmani all'unico califfato di Granada (1270).
Il califfato resisterà indipendente fino 1492, anno a tutti noto perché quello
della scoperta dell'America, da parte del terziario francescano e
Servo di Dio Cristoforo Colombo
(Ricorrenza: 21 maggio).


Isabella, o Elisabetta nasce nel 1271, nel Castello dell'Aljafería, Saragozza, capitale del Regno d'Aragona, che comprendeva anche la Catalogna.
Fino a sei anni visse con il nonno, Re Giacomo I, detto "il conquistatore". Anni in cui il Regno d'Aragona, che comprende la Catalogna, conquista il Califfato di Valencia e il controllo delle isole Baleari.
Gli successe il figlio Pietro III, padre di Elisabetta, nel 1276.
Egli continua la politica paterna; doma una rivolta degli arabi di Valencia, e costringe il fratello Giacomo II di Majorca a prestargli omaggio come feudatario.



IL
REGNO PORTOGALLO AI TEMPI DI S. ELISABETTA

Il Portogallo, già separato dal Regno di Castiglia dall'epoca di Alfonso VI,
padre di Re Dionigi, sposo di Elisabetta,
forma una monarchia a sé, riconosciuta nel 1179 dal Papa Alessandro III.

Nel secolo XI si costituì la contea di Portogallo che fu assegnata ad Enrico di Borgogna, genero di Alfonso VI di Leon, con vincolo di vassallaggio verso quest'ultimo. Alla morte di Alfonso VI, Enrico e la moglie Teresa, che gli succedette al trono (1114) si sforzarono con alterne fortune di sottrarsi al vassallaggio, finché sotto il successore di Teresa, Alfonso Henriques, il Portogallo fu riconosciuto indipendente e innalzato a regno (1143) da Alfonso VI di Castiglia, con il trattato di Zamora, e poi nel 1179 dal Papa Alessandro III.

Impossibilitati di espandere i propri domini sia a nord che ad est (della penisola Iberica)
i sovrani portoghesi, appoggiandosi ai ceti mercantili cittadini, mirarono alla conquista del sud del paese, ancora in mano ai musulmani; tale conquista l'ottenne definitivamente con la cattura dell'Algarve da parte di Alfonso III (1248-1279).  Gli successe il figlio Dionigi (1279-1325) che sposò di Elisabetta d'Aragona.












VITA DI S. ELISABETTA DEL PORTOGALLO

- Elisabetta sposa
- Elisabetta madre
- Elisabetta "angelo della pace"
- Elisabetta Terziaria francescana
- Elisabetta donna di preghiera




Al momento del battesimo,

si discuteva tra le persone della famiglia reale,
quale nome dare alla bambina.
Secondo la volontà di sua madre Costanza,
fu preferito il nome di Elisabetta,
in memoria di sua zia S. Elisabetta d'Ungheria
le cui virtù le sarebbero servite da modello e,
al cui celeste patrocinio la pietà materna
voleva affidarla.
Santa Elisabetta del Portogallo nacque a Saragozza, figlia del re Pietro III d’Aragona e Costanza, figlia del re di Sicilia. Al momento del battesimo le venne dato il nome di Elisabetta in memoria della zia, Santa Elisabetta di Ungheria (17 novembre), morta quaranta anni prima, ma nel suo paese era conosciuta con la forma spagnola di questo nome, Isabella. La giovane principessa crebbe in un ambiente devoto, e mostrò interesse sia nelle questioni religiose, sia in quelle di corte.

Quando nacque, regnava in Aragona il suo nonno paterno Re Iacopo I, il "conquistatore", la cui spada sempre si conservò sguainata contro i nemici della fede cristiana, sopra i quali trionfò in trenta battaglie campali.

Per la nascita di Elisabetta si rappacificarono Re Iacopo I suo nonno e il principe Pietro suo padre (futuro Pietro III), che stavano in grande discordia e completamente divisi. Sembra che Dio rivelasse in lei l'alta prerogativa, tra le molte altre virtù di cui l'avrebbe dotata, di essere conciliatrice della guerra e iride di pace.




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ELISABETTA, SPOSA 
Anno 1282 
All’età di dodici anni, Elisabetta sposò Dionigi, re del Portogallo




Elisabetta all'età di didici anni,
fu chiesta in sposa da un principe d'Inghilterra,
da un principe di Napoli
e infine da Dionigi del Portogallo.
Pietro III d'Aragona scelse quest'ultimo.


IL RACCONTO - Si divulgò per le corti d'Europa la fama delle eccelse virtù e della bellezza che adornavano Elisabetta, la giovane principessa d'Aragona. Aveva poco più di dieci anni, e già alcuni principi si presentarono a suo padre, come pretendenti della mano di questa ammirevole fanciulla.
Tra tutti i pretendenti fu preferito il Re Dionigi, toccando così al Portogallo la gloria di avere una regina, le cui virtù sarebbero state più fulgenti di pietre preziose, di quante non ne siano incastonate nella corona dei monarchi portoghesi.

Il matrimonio si celebrò con tutta la sollenità, come era abitudine nelle case reali del medioevo, avendo la principessa Elisabetta pronunziata la formula di "accettazione e consegna", un documento che esiste ancora oggi.

La festa aveva un doppio motivo di gioia: il matrimonio celebrato e l'anniversario della nascita, con la quale diventava maggiorenne per potersi sposare.
E' da questo giorno che fu sua la corona di regina del Portogallo e di Algarve.
Duro fu il colpo esperimentato da Re Pietro, suo padre, quando giunse il momento di separarsi dalla figlia. Ma la partenza era inevitabile. Il Re del Portogallo reclamava la sua sposa, la nazione portoghese richiedeva la sua regina, e niente avrebbe potuto ostacolare che si realizzassero così giuste esigenze.
Fino alla frontiera del regno d'Aragona la regina santa Elisabetta fu accompagnata da suo padre, che si accomiatò da lei con molte lacrime e viva commozione.
Poi attraversò il regno di Castiglia in compagnia del principe Iacopo, secondo figlio del Re Alfonso X, e con una comitiva di altri cavalieri e dame.
La prima terra portoghese dove la santa regina entrò, fu l'antica città di Braganza, nella quale era attesa dal suo cognato, Alfonso e da una numerosa comitiva composta dalla più importante nobiltà e dai prelati del regno.
Circondata intanto dai suoi vassalli, la giovane e bella regina del Portogallo partì in direzione del villaggio di Trancoso, dove l'aspettava suo marito col restante personale della corte.
E' indescrivibile l'entusiasmo e la giaia con i quali si celebrarono i festeggiamenti delle benedizioni niziali, ricevute dai re di Portogallo nella chiesa di San Bartolomeo in Trancoso, il 24 giugno, giorno di San Giovanni dell'anno 1282.
In questa festa svolse un ruolo principale il popolo, che da questo momento cominciò ad amare e stimare la sua santa regina, perché la bontà e la dolcezza con le quali accoglieva tutti, la bellezza del suo volto, la generosità della sua mano regale, attraevano i poveri come i ricchi, affascinati dallo splendore di così grandi doti e virtù. Nel mese di luglio partirono da Trancoso con tutta la corte e, passando per la città di Guarda e Viseu, arrivarono finalmente a Coimbra dove la santa e bella regina fu accolta con grande affetto e festosa allegria, superiori a tutto quanto fino a quel momento era stato fatto. A Coimbra e dintorni risiedeva la gran parte della nobiltà del regno. (...) Qui giunti, Re Dionigi sistemò la residenza mai abitata, e la Regina Elisabetta cominciò a regolarizzare e disporre i suoi molteplici doveri di regina, di sposa, di cristiana.

Fu Coimbra la città del Portogallo che raccolse le primizie della beneficenza e della santità di Elisabetta; fu questa antica e leale terra che seppe insinuarsi in modo particolarissimo nel cuore della della regina santa che durante tutta la sua vita non cessò di darle prove di affettuoso amore, destinandole infine, dopo la morte, la sua più inestimabile di tutte le eredità, il suo sacro corpo, come pegno preziosissimo del grande affetto che aveva per questa terra.





Immagini dei festeggiamenti per S. Elisabetta (Isabel) in Coimbra
ancora oggi molto sentita dal popolo






ELISABETTA, MADRE
Esempio di santità coniugale



Costanza del Portogallo
di Antonio de Hollanda, (1534).

Costanza sposò il re di Castiglia,
Ferdinando IV.



Dal matrimonio con Re Dionigi, vennero al mondo due figli: la loro prima figlia, Costanza (futura regina di Castiglia), nacque nel 1290, e il secondo figlio. Alfonso, nel 1291, che alla morte del padre salirà al trono del Portogallo e dell'Argave con il nome di Alfonso IV.

Suo marito condusse una vita dissoluta e mise al mondo molti figli illegittimi: Santa Elisabetta si occupò anche di loro e provvide alla loro istruzione.

Più che un'offesa a se stessa, Elisabetta sopportò il comportamento immorale del marito considerandolo piuttosto come un insulto a Dio e tentò con delicatezza e comprensione di ricondurlo sulla retta via, anche accettando di educare come propri i figli illegittimi.


Ritratto di Re Dionigi
(Biblioteca Nacional de España)


Dionigi paradossalmente era estremamente geloso, e arrivò al delitto in seguito alle calunniose insinuazioni di un cortigiano sulla condotta di Elisabetta, da cui emerse infine l'innocenza.
Quando le cortigiane accusavano Elisabetta di infedeltà davanti al marito; Elisabetta taceva, si rifugiava nella cappella a pregare.

Dionigi è stato, comunque, un abile governante: "Dom Dimìs", come lo chiamano i sudditi, sviluppa infatti l’economia portoghese, crea una flotta, fonda l’università di Lisbona, che sarà successivamente trasferita a Coimbra.
Il suo governo favorì lo sviluppo dell'agricoltura, lo sfruttamento delle miniere,  e l'introduzione, secondo l'uso del tempo, delle milizie mercenarie. A questo re si deve, inoltre, la piantagione su larga scala dei pini nella zona tra Mondego e il Tago dai quali più tardi si ricaverà il legname per la costruzione della flotta portoghese, che porterà il Portogallo nei secoli successivi a controllare con le sue colonie territori immensi,dal Sud America, all'Africa, all'Estremo Oriente. Il suo regno fu successivamente descritto come un’età d’oro; egli stesso era soprannominato “il Giustiniano del Portogallo” per la saggezza delle sue leggi.

  • RIFLESSIONE
Elisabetta aiutò soprattutto i poveri, i pellegrini e i malati. Fondando ospedali ed orfanotrofi. Con una carità sorprendente, Elisabetta si prese cura dei figli illegittimi del marito, che fine della sua vita egli si pentì di tutti i suoi peccati. L'amore cristiano non ha confini! Una regina potrebbe essere orgogliosa ed arrogante, invece, cura i poveri ed anche i figli dei rapporti adulteri del marito. Preghiamo per ottenere la grazia di essere materni verso chiunque ha bisogno di noi.


PREGHIERA

Santa Elisabetta del Portogallo, 
aiutaci a superare tutto il rancore e il risentimento
specialmente contro i membri della famiglia
che ci hanno fatto del male per diventare clementi come te.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


PER LA VITA
In tempi di "famiglia allargata", il suo esempio può essere da sprone all'amore verso i figli del coniuge, nati da precedenti matrimoni o relazioni sentimentali.



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ELISABETTA, "ANGELO DELLA PACE"
Santa Elisabetta di Portogallo ha agito come pacificatrice
tra i regni di Spagna e tra il marito Dionigi e il figlio Alfonso




Elisabetta fu dotata della insigne prerogativa di mitigare i furori della guerra, ottenendo anche nei momenti più disperati, il dono della pace e della tranquillità.

IL RACCONTO - In Portogallo, profonde ostilità dividevano il Re Dionigi dal suo fratello, l'infante Dom Alfonso. In questi frangenti, Dionigi chiese in sposa la principessa Elisabetta, e prima che si realizzasse il matrimonio, quando per mezzo degli ambasciatori si puntualizzavano i termini del contratto, la futura regina del portogallo, con preghiere ed intercessioni, ottenne un inizio di riappacificazione tra il re, suo futuro sposo, e l'infante suo futuro cognato.
Le ostilità terminarono e - come abbiamo visto - proprio l'infante volle andare alla frontiera, a none del re, ad accogliere la regina e ad accompagnarla a Troncoso, dove l'aspettava Dionigi.

All'inizio del suo regno, questioni molto gravi mettevano in contrasto Re Dionigi e l'alto clero della nazione, il che determinava inquietitudine tra il popolo e soprattutto in coscienze timorose e piene di scrupoli. Allorché si avvicinava l'evento del matrimonio e della venuta della nuova regina, le cose si disposero in modo che, al passaggio della regina santa, per la prima volta, in terra portoghese, tutto il regno si trovava in pace e armonio. La cerimonia si svolse poi alla presenza dei vescovi e della nobiltà del regno in un clima di grande soddisfazione e gioia.

In seguito si inasprirono nuovamente le relazioni tra il re e l'infante Dom Alfonso, suo fratello, il che determinò ancora una volta la guerra civile con tutti i suoi orrori. Tutto questo causò alla regina amari dispiaceri. Fece ogni sforzo per ottenere la pace che alla fine conseguì.


La vita di Elisabetta trascorre tra preghiere, elemosine e visite agli ospedali, cure prodigate ai poveri e ai malati. Invece Dionigi conduce una vita tutt'altro che edificante, passando il tempo - quando non è con le sue amanti - a guerreggiare ora con il fratello Alfonso di Portaliga, ora contro il cognato Ferdinando di Castiglia.


IL RACCONTO - Più di una volta furono turbate le relazioni tra il Portogallo e la Castiglia, addensandosi all'orizzonte paurose nubi che presagivano tempesta.
La regina santa Elisabetta invocò l'aiuto del Signore con ferventi preghiere, e Dio la esaudì realizzando la pace, manifestandosi come duplice impegno di stabilità il matrimonio del Re di Castiglia con sua figlia Costanza, e il figlio di questa, il principe ereditario Alfonso con  Beatrice, sorella dello stesso re di Castiglia.

Subito dopo scoppia una guerra tremenda tra il Re di Castiglia e quello di Aragona. Quest'ultimo era il fratello della regina Elisabetta, l'altro suo genero. Nuove amarezze per il cuore della regina, che si frappone tra i belligeranti affinché giungano ad una pacifica conclusione.
Coinvolge in questa sua impresa conciliatrice il marito Dionigi, che ottiene la pace, facendo firmare il contratto alla frontiera castigliana-aragonese, e con il re c'era la Regina Elisabetta, essendo li riunite le corti di Castiglia, Aragna e Portogallo.
Si conosce attualmente, attraverso le lettere che lei scriveva, scoperte nel 1958, tutta la sua attività politica e diplomatica. La sua influenza fu molto maggiore di quanto si possa immaginare. Nella guerra tra Castiglia ed Aragona ottenne che fosse accettato da entrambe le parti Re Dionigi, come arbitro che armonizzò i contendenti.



Alfonso IV, re del Portogallo

La discordia che più profondamente ferì il cuore di Elisabetta fu quella tra suo marito Dionigi e il loro figlio Alfonso. Quando il secondogenito Alfonso, (che sarà re del Portogallo con il nome di Alfonso IV)  brandì le armi contro il padre, fu principalmente a causa dei favori del re verso un figlio illegittimo del padre (1).
Grandi
Santa Elisabetta si guadagnò la reputazione di pacificatrice, tentando di porre termine a queste dispute, chiedendo aiuto anche a Ferdinando IV di Castiglia, che aveva sposato sua figlia Costanza, oltre che a vari altri principi.


Dionigi bandì, però, dalla corte Elisabetta, privandola dei suoi bene e confinandola nella fortezza di Alenquer, pensando che appoggiasse troppo suo figlio Alfonso. Molti suoi sudditi le offersero armi e truppe per ricuperare il trono dal quale era stata ingiustamente scacciata; ma Elisabetta nulla accettò ed esortò tutti a mantenersi fedeli al sovrano.

In questo periodo d’esilio Santa Elisabetta visse osservando una regola severa, stabilendo momenti da dedicare alla preghiera e facendo elemosina. Intensificò la sua devozione e si fece conoscere per la carità verso i malati e i poveri, oltre che per l’assistenza dei pellegrini; offrì doti per il matrimonio di ragazze povere e istituì ricoveri per prostitute pentite.

Alla fine si riconciliò con il marito, che la ricompensò per aver portato la pace tra lui e il figlio, che si era ribellato una seconda volta nel 1323 e aveva assediato Lisbona. (2)

IL RACCONTO

Coimbra - Grandi orrori laceravano il paese diviso tra due partiti, in questa lotta empia tra il padre e il figlio. Essa riuscì a riconciliare il padre e il figlio nel pieno di una battaglia, all'assedio di Coimbra.
La regina fece tutti gli sforzi per spegnere una guerra così mostruosa, esponendosi alle ire del marito, e alcune volte mettendo a repentaglio la propria vita. Si assoggettò ai pericoli e agli incomodi di lunghi viaggi per incontrarsi ora con lo sposo, ora con il figlio, dando consigli, chiedendo e supplicando in lacrime, non esitando ad esporsi al pericolo delle lance e dei dardi che sibillavano nell'aria, mentre lei passava tra gli eserciti nemici. Alla fine ottenne la pace e salvò la nazione dagli orrori della guerra civile.

- Lisbona - Ma non per molto perchè padre e figlio sarebbero stati nuovamente nemici, questa volta a Lisbona. Intervenne una seconda volta, e la riconciliazione fu definitiva. Fu allora soprannominata l' "angelo della pace", come ancora oggi ricorda una targa applicata sulle mura della capitale del Portogallo. Infine Dionigi, convertito dalle preghiere della moglie, avrebbe passato gli ultimi anni accanto a lei, in pace, per morire nel 1325.


  • RIFLESSIONE
L'intesa fraterna, la pacificazione dei conflitti, la pace... benché Elisabetta appartenga ai secoli XIII e XIV queste idee-guida ci rendono la santa particolarmente attuale. L'esempio della sua vita costituisce uno stimolo per tutti, modello sia per tutti. Con le parole della Chiesa chiediamo, con la sua intercessione, di essere noi stessi portatori di pace e di riconciliazione:

PREGHIERA

O Dio di amore e di pace, che hai
dato a santa Elisabetta di Portogallo
il dono mirabile di riconciliare fra loro
i nemici, concedi anche a noi di

essere sempre operatori di pace, 
perché possiamo chiamarci tuoi figli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Amen



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ELISABETTA, TERZIARIA FRANCESCANA



Nel cartiglio:
S. ELISABETH REGINA PORTOGALLI
TERTII ORDINIS S. FRANCISCI


Re Dionigi morì nel 1325 dopo una lunga malattia (probabilmente una grave forma di depressione. Elisabetta lo consolò senza staccarsi mai dal suo fianco, consolandolo e incoraggiandolo - ndr.), durante la quale venne assistito da Santa Elisabetta, che poi decise di dedicare il resto della propria vita a opere di bontà e donò ai poveri quasi tutte le sue ricchezze.

Vestita da terziaria francescana, si recò scalza in pellegrinaggio a San Giacomo di Compostella (dove depose le insegne imperiali) e in seguito decise di entrare in un convento di Clarisse, che aveva fondato a Coimbra. Non prese i voti, ma visse semplicemente in una casa attigua al convento.

Morì il 4 luglio 1336 a Estremoz in Portogallo, dove si era recata, nonostante la sua grave malattia, per un’altra missione di riconciliazione tra suo figlio, diventato re Alfonso IV, e il re di Castiglia. Pronunciò i voti religiosi sul letto di morte e fu seppellita nella cappella delle Clarisse a Coimbra.








Sepolcro di Santa Elisabetta di Portogallo
nel monastero delle clarisse di Coimbra


Fonti: Alan Buttler, Il grande libro dei Santi, Casale Monferrato (AL), 2003 (con integrazioni).
in corsivo:
Pasquale Maria Mainolfi, Donna in famiglia. una regina per modello, st. in proprio, Benevento, 1988.


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nota

1) - "I nobili di corte, preoccupati dalla presenza scomoda di questi figli illegittimi e dal fatto che potevano acquistare troppo potere, accesero la fiamma del sospetto nell'erede al trono Alfonso IV che impugnò le armi organizzando un'insurrezione contro suo padre il re.
Elisabetta ne fu addolorata, pur sostenendo le ragioni del marito regnante tentò più volte di riconciliare i due rivali ma senza risultato. Allora la regina chiese il supporto del Signore intensificando le sue preghiere e le sue penitenze e nel frattempo inviò numerose lettere indirizzate a suo figlio nel tentativo di dissuaderlo dalla rivolta contro suo padre.
Purtroppo alcuni diffamatori che non credettero alla buona fede della regina convinsero il re che ella era in combutta con il figlio contestatore. Pertanto il re la privò della signoria di Leiria e la relegò nel castello di Alemquer. Molti nobili le offrirono il proprio supporto, ma Elisabetta non accettò per non fomentare altri motivi di conflitto. Dopo poco il re Dionigi ammise il suo errore e riconvocò Elisabetta a corte, ma l'astio tra padre e figlio continuò.
Una prima volta Elisabetta riuscì a fermare la battaglia tra i due, a Coimbra, portandosi a cavallo in mezzo ai due raggruppamenti militari con un crocifisso. La battaglia che vide la definitiva rappacificazione tra il re Dionigi e suo figlio Alfonso IV avvenne nei pressi di Lisbona dove la santa si gettò in lacrime in mezzo alle due fazioni in sella a un cavallo. Al suo passaggio si innalzò miracolosamente una barriera luminosa che divise i due eserciti." (Sussidiario.net)

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ELISABETTA, DONNA DI PREGHIERA


Pur dopo essere stata investita di tutti doveri riservati a una regina non trascurò mai la sua fede. Ogni giorno si recava nella cappella reale per recitare lunghe orazioni e per ascoltare la messa in ginocchio, oltre a osservare tre volte a settimana e nei periodi liturgici legati alla Pasqua, alla nascita di Gesù e alla venerazione della Santa Vergine Maria penitenti digiuni alimentandosi solo con acqua. I suoi digiuni furono talmente austeri che spesso i medici di corte tentarono inutilmente di dissuaderla dal praticarli. A tal proposito si narra che Dio ascoltò le suppliche di questi medici tramutando in vino una brocca contenente acqua destinata a lei.

Elisabetta fu molto attenta alle necessità del suo popolo e difatti contribuì alla costruzione di diverse chiese, monasteri e ospedali oltre a ordinarne la costruzione lei stessa. Nel convento della Trinità a Lisbona fondò il primo sacrario in onore dell'Immacolata Concezione. Inoltre si ritagliava del tempo per la lavorazione di suppellettili da donare come ornamento per le chiese meno abbienti. Straordinaria la sua generosità e la misericordia nei confronti dei più miserabili e dei più disagiati: i poveri che si recavano alla corte reale uscivano con abiti nuovi e cibo, puntualmente Elisabetta mandava provviste alimentari ai monasteri più miseri e alle popolazioni colpite dalle calamità.



Fonti: Matteo Liut, Un Santo al giorno, Avvenire; Ronda De Sola Chervin, Donne Sante, L.E.V., Roma Città del Vaticano, 1995; Angela Cerinotti, Atlante fella storia della Chiesa. Santi e beati di ieri e di oggi, Demetra, Colognola ai Colli (VR), 1999; Santo del giorno, in Sussidiario.net; J. Lopez Melus in Il grande libro dei Santi. Dizionario enciclopedico, diretto da C. Leonardi, A. Riccardi,, G. Zarri, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo, 1998; Pasquale Maria Mainolfi, Donna in famiglia. una regina per modello, st. in proprio, Benevento, 1988; M. Baratta - P. Fraccaro - L. Visintin, Piccolo atlante storico, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1966; Il Milione, paesi di tutto il mondo, stituto geografico De Agostini, Novara, 1968.