venerdì 4 agosto 2017

PER CONOSCERE S. GIOVANNI MARIA VIANNEY SACERDOTE DEL III ORDINE DI SAN FRANCESCO


4 Agosto
SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY

Francescano secolare (OFS)
Terz'Ordine di San Francesco


Patrono di tutti i preti del mondo





Dardilly, Francia, 8 maggio 1786 - Ars-sur-Formans, Francia, 4 agosto 1859




Le azioni quotidiani della "pastorale ordinaria" possono essere la via che conduce alla santità, lo strumento per cambiare il cuore degli esseri umani e quindi lasciare un segno nel mondo. Lo dimostra la storia di san Giovanni Maria Vianney, ovvero il Curato d'Ars. Era nato l'8 maggio 1786 a Dardilly, nei pressi di Lione, e intraprese la via verso il sacerdozio con grandi difficoltà. Venne ordinato nel 1815 ma solo perché aveva trovato qualcuno che davvero credeva in lui, l'abbé Charles Balley, parroco di Ecully, dove Vianney fu vicario per un paio di anni. Nel 1818, dopo la morte di Balley, il giovane prete venne inviato ad Ars, che contava 230 abitanti. Qui si dedicò anima e corpo al suo piccolo gregge con una vita di preghiera, passando ore nel confessionale e con la catechesi. Morì nel 1859 ed è patrono dei preti e dei parroci. (Matteo Liut)
"C'era una volta in Francia, nella provincia di Lione' un piccolo contadino cristiano che, fin dalla più tenera età' amava la solitudine e il buon Dio. E poiché quei signori di Parigi, che avevano fatto la Rivoluzione, impedivano alla gente di pregare' il bambino e i suoi genitori, andavano ad ascoltar Messa in fondo a un granaio.
I preti allora si nascondevano e, quando li si prendeva, si tagliava loro la testa!
Forse proprio per questo che quel piccolo contadino, Jean-Marie Vianney, sognava di diventare prete,
Ma, se sapeva pregare, mancava però d'istruzione. Guardava le pecore e lavorava i campi.
Entrò troppo tardi in Seminario ed inciampò in tutti gli esami.
Ma le vocazioni allora erano rare e alla fine, lo presero comunque.
Fu nominato curato d'Ars e ci restò fino alla morte
L'ultimo curato di Francia nell'ultimo villaggio di Francia.
[...] Ora, egli convertiva tutti quelli che arrivavano fino a lui e, se non fosse morto, avrebbe convertito tutta la Francia.
Guariva le anime ed i corpi.
Leggeva nei cuori come in un libro.
E la Santa Vergine lo visitava e il demonio gli faceva i dispetti, ma non riusciva a impedirgli d'essere un sant,uomo.
Fu promosso Canonico, poi Cavaliere della Legione d'Onore, poi fu ritenuto un Santo.
Ma, finché visse, egli non ne capì mai il perché.
E questa era la prova più bella del fatto che meritava
proprio quella gloria.
Tutto ciò accadeva nel secolo XIX che in paradiso, dove si conosce il giusto valore della gente, è chiamato il secolo del Curato d'Ars [...]".

Henri Ghéon, drammaturgo francese, così cominciava a narrare la vita del Curato d'Ars, come fosse una favola, nel suo Les jeux de l'enfer et du ciel (Il gioco dell'inferno e del cielo) edito da Flammarion nel 1929


Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.


Martirologio Francescano:
Nel villaggio di Ars, nella diocesi di Belley, in Francia, San Giovanni Battista Vianney, Sacerdote e Confessore del Terzo Ordine, il quale si segnalò mirabilmente nel disimpegnare l'ufficio di Parroco e specialmente nell'ascoltare le confessioni dei penitenti. Dal Sommo Pontefice Pio XI fu canonizzato e dichiarato Patrono dei parroci. (1859)




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PROSPETTO STORICO
BIOGRAFIA
TERZIARIO FRANCESCANO
PREGHIERA









PROSPETTO STORICO

  • Principali tappe della vita personale ed ecclesiale
8 maggio 1786: Giovanni-Maria Vianney nasce a Dardilly, vicino a Lione, quarto figlio di una famiglia di contadini, alla vigilia della Rivoluzione francese.
1799: A tredici anni riceve clandestinamente da un prete "refrattario"  -  cioè rimasto fedele al Papa - la prima Comunione in un granaio.
1803: a diciassette anni manifesta il desiderio di diventare sacerdote.
1815: dopo l’opposizione del padre e un itinerario lungo e difficile, che lo vede anche scartato dal seminario di Lione per il suo scarso profitto scolastico – a 17 anni era ancora analfabeta – viene ordinato sacerdote a Grenoble. Il primo incarico è ad Ecully. 
1818: arriva ad Ars, piccolo villaggio dell’Ain, come vicario. Poi ne diventerà parroco. Resterà nel paese per 41 anni. 
1824: apre la Casa della Provvidenza, scuola gratuita per le ragazze; più tardi diventerà un orfanotrofio per le ragazze che la Rivoluzione ha lasciato senza famiglia.
1830: comincia l’afflusso dei pellegrini ad Ars. Continueranno a venire, sempre più numerosi, fino alla sua morte.
1843: Colpito da una grave malattia, Vianney tenta la prima "fuga" da Ars. Ci saranno altre tre "fughe" davanti al crescente peso del ministero e alla coscienza delle sue fragilità. 1858: in quell’anno ad Ars si contano 100.000 pellegrini. Vianney passa fino a 17 ore al giorno nel confessionale. 
4 agosto 1859: muore nella sua canonica.
  • causa e patronato
1905: Pio X lo proclama beato e protettore dei sacerdoti francesi.
1925: Pio XI lo proclama santo. 1929: Pio XI lo dichiara "patrono di tutti i parroci del mondo".
1959: Enciclica di Papa Giovanni XXIII Sacerdoti nostri primordia, dedicata alla figura del curato d’Ars nel centenario della morte. 
1986: Papa Giovanni Paolo II va in pellegrinaggio ad Ars. Viene fondato sul luogo della Messa un seminario.
2009: Il curato d’Ars verrà proclamato dal Papa patrono di tutti i sacerdoti del mondo, in occasione dell’"anno sacerdotale", nel 150° anniversario della morte del santo. (M.C.)


BIOGRAFIA
IL SANTO CURATO D’ARS
 
Aveva "una straordinaria e espresssione di fede
e felicità negli occhi", ha riferito un testimone, il 4 agosto 1859. 
.

Un santo "ordinario", verrebbe da pensare scorrendo superficialmente la vita di questo parroco di campagna, rimasto per quarant'anni il pastore del piccolo gregge di Ars: un paesino della Francia, a circa 40 chilometri da Lione.  A leggere invece più in profondità dentro la sua anima e a considerare i tanti frutti spirituali che, ieri come oggi, sono legati ala sua testimonianza e alla sua opera, ci si rende conto di trovarsi di fronte a una figura straordinaria, che ha saputo trasformare l'apparente ferialità della sua vita in uno scrigno di santità e di bene.

Jean-Marie Víanney nasce l'8 maggio 1786 a Dardilly, da una famiglia di contadini. Pur nella temperie rivoluzionaria e nel furioso clima anticlericale di quegli anni; pur nella povertà della sua istruzione (si era seduto sui banchi di scuola per la prima volta a 1l anni), egli riesce a coltivare la sua vocazione religiosa e si applica nel proposito di "portare a Dio molte anime".
Tutta l'iniziale resistenza del padre - probabilmente per il venir meno di due braccia nel lavoro dei campi e insieme per le spese necessarie al suo mantenimento negli studi - Jean-Marie viene mandato nel 1806 a seguire le lezioni di Charles Balley, parroco di Écully, che sarà per lui il maestro e il padre spirituale nel suo cammino verso il sacerdozio.Le difficoltà sono molte, a cominciare da quelle dello studio.
Sa leggere, ma appena scrivere; fa fatica ad apprendere; le regole del latino, poi, non gli entrano proprio in testa. Per di più, arrivano ostacoli inattesi: il più duro è la chiamata alle armi, nel 1809, pur essendo un candidato al sacerdozio e di per sé, quindi, esente dal servizio militare. Si arruola, ma, aiutato, riesce a darsi alla macchia e a nascondersi sotto falso nome. Intanto, però, deve abbandonare gli studi per oltre un anno.
Al momento in cui può far ritorno a casa, la madre è morta, e il clima in famiglia - anche per le minacce e le angherie subite dal padre in conseguenza della diserzione del figlio - è piuttosto difficile da respirare. Tuttavia, Jean-Marie non si scoraggia; riprende gli studi, ma con scarso profitto, e i deludenti risultati ottenuti ai corsi di teologia nel seminario maggiore di Lione (1811) lo inducono, forse per la prima volta, a pensare seriamente di rinunciare al sacerdozio. Ma resiste e con tenacia arriva al riguardo lungamente atteso: il 13 agosto 1815 viene ordinato sacerdote.


veduta di Ars, con la basilica dalle cupole azzurre

Ordinato prete nel 1815, svolge inizialmente funzioni di vicario e gli è poi assegnata la piccola parrocchia di Ars, di cui sente la responsabilità fino a soffrirne, per la profonda umiltà che Io induce a giudicarsi inadeguato e indegno del compito. 
"Il buon Dio, che non ha bisogno di nessuno, si serve di me per il suo grande lavoro, benché io sia un sacerdote senza scienza.  Se avesse avuto sotto mano un altro parroco che avesse avuto più motivi di me per umiliarsi, l'avrebbe preso e avrebbe fatto, attraverso di lui cento volte più del bene".

Nel suo primo incarico, Jean-Marie viene destinato come coadiutore a Écully; poi, nel 1818, trasferito parroco ad Ars. Pur sentendosi il prete più ignorante e indegno di tutti, ma sempre abbandonandosi completamente alla misericordia di Dio - davanti alla quale si è tutti come si è - egli fa tesoro della felice esperienza maturata ad Ecully, sotto la guida di Balley, e la mette a frutto a frutto a Ars era allora poco più di un borgo, con circa 230 abitarti, con qualche casupola e una chiesetta senza neppure il campanile.
Dal punto di vista religioso ed etico, I'ambiente non era certo dei migliori, dato che il processo di scristianizzazione aveva lasciato pesanti conseguenze. Era tale l'indifferenza, la tiepidezza religiosa che quasi non ci si era neppure accorti dell'arrivo del nuovo parroco.
Ma ben presto la disponibilità di Jean-Marie a conoscere le persone, ad ascoltare i loro problemi, a interessarsi della loro vita crea un clima di fiducia nei suoi confronti.
Nonostante questo, egli attraversa periodi di profonda solitudine e angoscia, sotto il peso della responsabilità di non riuscire a fare abbastanza per la sua gente. E a volte si scoraggia a tal punto da chiedere al suo vescovo, in diverse circostanze, di essere trasferito: l'ultima volta due settimane prima di morire (1859).



Noi non abbiamo il coraggio di portare la nostra croce: abbiamo torto;
perché, per quanto facciamo, la croce tiene noi e sfuggirle e impossibile.
S. Giovanni M. Vianney


Il suo zelo, invece, non resta senza frutto. La gente comprende che, in quel piccolo prete, timido e un po' malandato, c'è la tempra severa dell'uomo di Dio che non si stanca mai di lottare per conquistare le anime: intransigente nel rimuovere il male, gli abusi e le cattive abitudini (la bestemmia, il ballo, I'ubriachezza,il lavoro domenicale, ecc.) quanto indefesso nel fare il bene.



 una cartolina-ricordo del pellegrinaggio ad Ars col ritratto
di san Giovanni MariaVianney e storie della sua vita.



Gli scrupoli pastorali del curato dl derivano soprattutto da alcuni comportamenti che legge come segni della scristianizzazione della Francia:  -il lavoro domenicale -la bestemmia -l'affollameto delle osterie, dove appunto si bestemmia, si perdono al gioco (le sale gioco) i pochi denari necessari alla famiglia, ci si ubriaca e, se sbornia è cattiva, si diventa violenti.
Anche la passione per il ballo gli suscita apprensione, perché vi coglie una mina per quanto riguarda l'integrità dei costumi, la purezza dei giovani, la fedeltà coniugale.

Conduce la sua azione educativa dal pulpito, avvicinando personalmente i parrocchiani in affettuosa sollecitudine, soprattutto offrendosi come intermediario del Perdono divino nel confessionale.
I risultati straordinari che ottiene vengono a poco a poco conosciuti ben oltre la piccola comunità paesana e richiamano un numero sempre maggiore di pellegrini desiderosi di conoscere il santo curato e di confessarsi: nel 1834 ne  giungono ad Ars trentamila e negli ultimi anni di vita se ne contano addirittura da ottantamila a centomila. 
 

La sua ansia apostolica nella predicazione, nella catechesi, nell'educazione dei giovani, nella carità non è un attivismo di facciata, ma lo specchio di un amore profondo che si fa dono di sé e per questo si nutre continuamente di preghiera, penitenza, frequenti digiuni. come avrebbe potuto resistere altrimenti alle estenuanti fatiche cui si era sottoposto, senza questa quotidiana ascesi spirituale? A poco a poco, tutto questo non fa che accrescere I'interesse o la curiosità per la sua persona; la gente comincia ad accorrere numerosa ad Ars dalla regione e da altre parti della Francia, sia per confessarsi da lui, sia per "vedere un santo".

Agli inizi degli anni tenta del XIX secolo, i pellegrinaggi aumentano a tal punto da rendere necessari servizi regolari di trasporto, con biglietti della validità di otto giorni, essendo risaputo che, per riuscire a confessarsi ad Ars, ci voleva una settimana. E questo nonostante il parroco, a partire dal 1835-1836., fosse praticamente chiuso tutto il giorno nel suo confessionale (anche più di 15 ore).


Per Giovanni Maria Vianney è, senza esagerazione, "il martirio del confessionale". Vi trascorre infatti fino a diciassette ore al giorno, riservandosi solo il tempo per la Messa, la lettura del breviario, il catechismo, l'assunzione di un po' di cibo. Ma, Più che la fatica, è il contatto con la miseria morale del suo tempo e la forza del male che fanno soffrire, fino a piangere di fronte ai peccatori non sufficientemente pentiti e consapevoli delle loro colpe.
 
In questa oblazione completa si consuma la vita del curato d'Ars, che conclude serenamente la sua giornata terrena il 4 agosto 1 859. Canonizzato da Pio XI il 31 maggio 1925, sarà proclamato patrono di tutti i parroci. (2)
Giuliano Vigini

le didascalie alle foto sono tratte da un testo Angela Cerinotti




SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY
TERZIARIO FRANCESCANO
Estratto dal libro della P. della C.M. “Il Santo Curato di Ars e sacerdote terziario”

Questa è la storia scritta da  Monsignor Henri Convert, un grande conoscitore del Santo. Questo è uno dei documenti più interessanti che si riferiscano alla vocazione Francescana Secolare di Giovanni Maria Vianney. 


L’immaginetta popolare ritrae
San Giovanni Maria Vianney
adagiato su una stuoia san Francesco,
dal cui petto s’innalza un ramo frondoso
che ne avvolge la figura.
Oltre ad essere un fervente terziario francescano
il Santo curato d’Ars condivide
con il Santo d’Assisi molte eroiche virtù,
come la semplicità, l’umiltà, la povertà
e soprattutto l’amore ardente a Dio,
sommo bene, tutto il bene, ogni bene.
T
“Una delle glorie di Padre Leornard, frate minore Cappuccino, è l’essere stato il confidente, l’amico e il direttore spirituale del Curato d’Ars. Egli è uno di quelli che appoggiò, aiutò e animò Padre Vianney nel momento in cui egli sentì i peggiori assalti del demonio.
Quando era tormentato dal desiderio di diventare un religioso cappuccino, e con la paura di poter salvare la sua anima in mezzo a grandi moltitudini di persone che invadevano la sua parrocchia, il Venerabile Padre Vianney visitava il buon padre Leonard a Lione, nel convento di Brotteaux, per ricevere il suo consiglio. Però, come sempre, il nostro santo religioso lo scoraggiava dal suo progetto.
Lo obbligava a ritornare al suo lavoro apostolico, dicendogli che non era chiamato ad essere Cappuccino, e che Dio lo voleva ad Ars, dove avrebbe potuto salvare molte più anime. Consolato e rafforzato dalle parole del Padre, il Santo Curato, riprendeva nuovamente a piedi la via di ritorno alla sua parrocchia.  Un giorno, più triste che mai e bombardato dal rumore che lo circondava, venne a lamentarsi e a supplicare nuovamente il Padre Leonard affinché intercedesse perché fosse accettato nell’Ordine di San Francesco.

Il santo religioso, un uomo di esperienza, e pieno dello Spirito di Dio, si rifiutò di compiacerlo nella sua richiesta. D’altro canto, per soddisfare i suoi pii desideri di una vita religiosa accolse Padre Vianney nel Terz’Ordine francescano. Senza dubbio, per consolarlo, egli stesso si recò ad Ars per stabilire una fraternità dell’Ordine Francescano Secolare.

Nel 1891, cedendo alle suppliche di Padre Ephrem, Padre Leonard, nonostante i suoi 80 anni, andò a visitare la parrocchia di Ars per ascoltare Monsignor Freppel e vedere due Francescani Secolari, coetanei del santo Curato, il giorno di fondazione della Fraternità.

Fu in quell’occasione che ebbe l’opportunità di scrivere questa nota:
’Io, sottoscritto, certifico di aver ricevuto nel Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi,  nel convento di Brotteaux, a Lione, nell’anno 1847,  Giovanni Battista Vianney,  Curato di Ars, e di averlo ammesso alla Professione nell’anno seguente, ad Ars, nella sua chiesa dove io ho istituito il Terz’Ordine, designandolo come Ministro.”
Fonte: La Squilla Francescana

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PREGHIERA




Preghiera per i Sacerdoti
per intercessione di san Giovanni Maria Vianney

Signore Gesù, guida e pastore del tuo popolo,
Tu hai chiamato nella Chiesa san Giovanni Maria Vianney, curato d'Ars, come tuo servo.

Sii benedetto per la santità della sua vita e l'ammirabile fecondità del suo ministero.
Con la sua perseveranza egli ha superato tutti gli ostacoli nel cammino del sacerdozio.

Prete autentico, attingeva dalla Celebrazione Eucaristica e dall'adorazione silenziosa l'ardore della sua carità pastorale e la vitalità del suo zelo apostolico.

Per sua intercessione, tocca il cuore dei giovani perché trovino nel suo esempio di vita
lo slancio per seguirti con lo stesso coraggio, senza guardare indietro.

Rinnova il cuore dei preti perché si donino con fervore e profondità
e sappiano fondare l'unità delle loro comunità sull'Eucaristia, il perdono e l'amore reciproco.

Fortifica le famiglie cristiane, perché sostengano quei figli che Tu hai chiamato.
Anche oggi, Signore, manda operai alla tua messe,
perché sia accolta la sfida evangelica  del nostro tempo.
Siano numerosi i giovani che sanno fare della loro vita un "ti amo" a servizio dei fratelli,
proprio come san Giovanni Maria Vianney.

Ascoltaci, o Signore, Pastore per l'eternità.

Amen.



Mons. Guy Bagnard, vescovo di Belley-Ars

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  • approfondimento

SACERDOTI SECONDO IL CUORE DI FRANCESCO.
SPUNTI DI RIFLESSIONE PER L’ANNO SACERDOTALE


P. Leonhard Lehmann, capp
docente presso la
Pontificia Università Antonianum
L
La vicinanza alla vita religiosa spiega bene perché il curato volle appartenere al Terz’Ordine francescano, nel quale fu accolto nel 1848 da padre Leonardo del convento dei Cappuccini di Lione. In quel tempo il Terz’Ordine si definiva ancora prevalentemente come ordine della penitenza. Le sue proprie penitenze, assunte per espiare i peccati suoi e altrui, erano in parte ispirate dal suo patrono Giovanni Battista e dal santo di Assisi, di imitare innanzitutto la povertà e la penitenza. ...  apri l'allegato